venerdì 2 marzo 2012

Zither

Lo zither è uno strumento a corde tradizionale diffuso tra l'Austria e la Germania. Anton Karas suonava lo zither solo perché l'aveva trovato in soffitta e non era abbastanza facoltoso da permettersi un organo. Inutile aggiungere che fu la sua fortuna.
Che arrivò quando lo notò in una taverna di Vienna il regista Carol Reed che stava girando 'The third man' un noir ambientato in quella capitale austriaca ancora semidistrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e divisa in zone controllate dagli eserciti alleati.

Karas, invitato a Londra per registrare la colonna sonora del film fu in pratica tenuto recluso da Reed in uno studio per quattordici ore al giorno per tre mesi salvo poi ricominciare daccapo quando un incendio mandò letteralmente in fumo buona parte dei nastri fin lì accumulati.

Il cero acceso nell'abbazia di Westminster dal regista e dal musicista viennese, una volta terminate tante fatiche, fu ben ripagato: il film, girato in uno splendido bianco e nero che gli varrà nel 1951 l'Oscar per la miglior fotografia e diventato famoso anche per le tante bizzarrie di Orson Welles (compresa la frase sugli orologi a cucù inserita a forza dall'istrionico attore nel copione del regista) trova nella musica dello zither il suo straordinario complemento.

Carol Reed: 'The third man', trailer



Anton Karas: 'The third man theme'



Orson Welles entra in scena



Orson Welles e gli orologi a cucù

“In Italia, per trent’anni sotto i Borgia, ci furono guerra, terrore, assassini e spargimenti di sangue, ma questi produssero Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera avevano amore fraterno, cinquecento anni di democrazia e pace, e che cosa produssero? L’orologio a cucù”

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