domenica 23 dicembre 2012

Un'altra generazione


Nel periodo natalizio si intensifica il profluvio di ristampe e cofanetti deluxe, superdeluxe e ipermegastragalatticodeluxe, il cui valore, nove volte su dieci, si limita se va bene al packaging e se va male a semplice paccottiglia indifferenziata. Si celano però anche delle belle ghiottonerie. È il caso di questo ‘Live at Hull’ dei Who rimasto per anni come un  mitico reperto perduto e vagheggiato da ogni fan. Il sottoscritto in primis.
I dischi in studio dei Who non sono certo alla pari dei grandi coevi album di Beatles e Rolling Stones, spesso tronfi e pretenziosi ma i loro anthem non temono confronti e sfido chiunque a rimanere impassibile in una qualunque esecuzione di ‘My generation’, al termine della quale i nostri procedevano a distruggere tutta la loro strumentazione (si racconta che per anni tutti i loro magri guadagni siano serviti a ripianare i debiti fatti per ricomprare ogni volta chitarre e amplificatori).
 Perché era così importante questo concerto? Presto detto: nel 1970 i Who decisero di registrare un live e pianificarono due concerti nel Nord operaio e proletario dell’Inghilterra, uno di riscaldamento a Leeds e uno ad Hull il giorno seguente che sarebbe, nelle intenzioni, finito sul disco. Ma il nastro del secondo concerto non si rivelò valido per un problema tecnico e sul disco ci finì quello del giorno prima e diventò appunto quel ‘Live at Leeds’ unanimamente considerato uno dei più grandi live di tutti i tempi (e per chi scrive finirebbe senza problemi su un ideale podio con il ‘Made in Japan’ dei Deep Purple e il ‘Live Dead’ dei Grateful Dead). Ovvio che la curiosità di mettere le orecchie in quel concerto di Hull che a detta di Pete Townsend e soci era addirittura superiore era tanta.
Le moderne tecnologie digitali sono state in grado di restaurare il concerto di Hull restituendocelo in due dischi dove nel primo trionfano i classici del gruppo e nel secondo viene proposto integralmente una Tommy che, spurgata da tanti fronzoli e barocchismi inutili, ne guadagna in pathos e potenza.
A questo punto la domanda delle cento pistole: ma è veramente più bello del famoso gemello?
Ai lettori del post l’ardua sentenza. Io personalmente dico di no ma solo perché manca il fascino della prima volta ma ne consiglio a tutti l’ascolto e la  possibilità di fare un bellissimo salto indietro nel tempo.