martedì 14 maggio 2013

La cosa migliore sarebbe ammazzarsi a tempo



Traduzione: appendi la chitarra al chiodo prima di annoiare il tuo pubblico!

A trent'anni esatti dalla sua pubblicazione avvenuta nell'aprile del 1983, 'Murmur' è un disco che conserva la freschezza propria dei grandi album. Una miscela esplosiva di melodie sixties filtrate dal punk e dalla new wave che non passò inosservata. Il disco uscì per l'etichetta indipendente I.R.S., la band - vivaddio! - aveva rifiutato di inserire assoli di chitarre e di usare sintetizzatori infischiandosene del mercato discografico che vedeva primeggiare album come 'Thriller' di Michael Jackson e synthpop assortito. Rimanevano fedeli a quel garage-rock nato nei primi anni sessanta e che costituisce l'età dell'oro del rock a stelle e strisce (ripassare la formidabile raccolta 'Nuggets: Original artyfacts from the first psychedelic era' prodotta da Lenny Kaye, futuro chitarrista di Patti Smith nel 1970)

Il magazine 'Rolling Stone' lo elesse disco dell'anno e da lì in poi non ci fu più posto per il camioncino verde 'Dodge', modello '75 su cui avevano girato l'America senza soldi ma con le idee ben chiare in testa. Così ben chiare da sopravvivere allo star-system, che per la verità arriverà qualche anno e qualche disco più tardi, famelico e strangolatore.

Se non avete ancora indovinato il nome della band non è colpa vostra ma solo del fatto che il gruppo in questione è stato capace negli anni altre grandissime gemme, a partire da quella 'Losing my religion' del 1991 accompagnata dallo splendido video del regista Tarsem Singh dove si unisce sincretismo religioso tra divinità indù e martirio cristiano e omaggi a Caravaggio e Tarkovsky: fu quello il vertice della parabola ascendente dei R.E.M. di Michael Stipe.

La parabola discendente non è stata meno importante dal punto di vista artistico: prima il notturno 'Automatic for the people' poi il fragoroso 'Monster', saturo di elettricità e l'appendice di 'New adventures in hi-fi' composto tra un concerto e l'altro del seguente tour. Nel 1997 il batterista Bill Berry, dopo essere stato colpito da un aneurisma, decide che è tempo di tirare il fiato e abbandona la band. I tre superstiti decidono di non sostituirlo e l'anno seguente, armatisi di batterie elettroniche, sfornano l'ancora interessante 'Up'. Sarebbe stato quello il momento di smettere, ma per l'annuncio dello scioglimento si è dovuti attendere il 21 settembre 2011. In questo lasso di tempo i tre hanno composto altri quattro modesti dischi.

A questo punto ringrazio Michael Stipe e soci di averci evitato dischi stanchi e superflui in cui avremmo riconosciuto sprazzi di classe e l'eco dei bei tempi che furono. Di dischi da ascoltare e riascoltare ce ne hanno lasciati un bel po', e per questo saremo eternamente grati al quartetto di Athens. Aspettiamo ansiosi che tanti altri nostri eroi facciano lo stesso. Come dichiarò Cary Grant: "Meglio andarsene un minuto prima, lasciandoli con la voglia, piuttosto che un minuto dopo, avendoli annoiati".

Post Scriptum: Ho scelto in coda a quest'articolo non uno dei tanti videoclip ma una rovente cover di 'Paint it black' dei Rolling Stones, uno dei miei pezzi preferiti in assoluto (altra grandissima versione dei primi anni ottanta è quella dei newyorkesi Feelies, ascoltare per credere!)



venerdì 22 marzo 2013

Due parti di idrogeno per una d'ossigeno

Approfitto della ricorrenza di questo 22 marzo, giornata mondiale per l'acqua, per ripescare 'Sputi' il disco di Marco Paolini con i Mercanti di Liquore. Il disco era nato proprio attorno a un nucleo di tre pezzi dedicati alla difesa della nostra preziosissima fonte di esistenza: 'Due parti di idrogeno per una d'ossigeno', 'Regola acquea', 'Mare Adriatico'. A questi pezzi finirono per sommarsi pezzi antimilitaristi originali o ispirati da Erri De Luca, Gianni Rodari, Mario Rigoni  Stern. E ancora un paio di pezzi tratti dai Canti Orfici di Dino Campana oltre a Biagio Marin, Giacomo Noventa, Ernesto Calzavara e lo stesso Marco Paolini.
Insomma un episodio estemporaneo del protagonista del nostro "teatro civile" ma perfettamente riuscito.

Due parti di idrogeno per una di ossigeno

 

Regola acquea

 

Mare Adriatico



Il prigioniero Ante


Domani è lunedì


sabato 9 marzo 2013

Miseria e nobiltà

"Falco! Verdammt, wir Leben noch" di Thomas Roth è un film biografico del 2007 che ripercorre la vita di Johann "Hans" Hölzel al secolo Falco, cantante e musicista austriaco degli anni ottanta. Il nostro Hansi sarebbe rimasto uno sconosciuto artista della scena teatrale d'avanguardia e/o il bassista di un'ignota band punk di Vienna e invece provò con la disco da classifica e qui sfondò. "Der Kommissar" del 1980, fu il primo pezzo in lingua tedesca ad entrare nelle charts americane. "Rock me Amadeus" nel 1986 restò addirittura numero uno negli Stati Uniti per tre settimane. Poi fortune alterne, anche nella vita privata, dischi non sempre all'altezza o come nel caso di 'Data de groove' troppo criptici e introversi per accontentare un pubblico che tutto chiedeva fuorché l'impegno e la morte, avvenuta nel 1998 nella Repubblica Dominicana, dove si era trasferito due anni prima. Il suo fuoristrada impatta con un autobus. L'autista viene condannato ma nelle vene di Falco abbonda alcool e cocaina avvolarando la tesi del suicidio.
Oggi Falco riposa allo Zentralfriedhof di Vienna a pochi passi dalla tomba di Ludwig Van Beethoven.

Der Kommissar

sabato 23 febbraio 2013

Jello for President

Nel 1979 Jello Biafra, cantante dei mitici, temerari Dead Kennedys - provate voi a trovare un nome più oltraggioso nell'America degli anni settanta! - arriva quarto (su dieci candidati) all'elezione come sindaco di San Francisco raccogliendo 6000 voti. Ecco di seguito la sua proposta programmatica all'elettorato californiano:

Lo spirito di San Francisco non deve essere distrutto in nome dell'ordine, della legalità e dei dollari dei turisti. L'amministrazione in carica vuole "ripulire" la città. Essa sostiene spudoratamente il capitale mentre le forze creative che mantengono viva la nostra città vengono sempre più insistentemente perseguitate dalla legge. San Francisco è forse destinata a diventare un'altra fredda ed efficiente città americana? No, se faremo sentire chiara e forte la nostra opposizione.

Trasporti di massa: E' venuto il momento di vietare la circolazione delle automobili in città. Il potenziamento del servizio pubblico e il lancio, con l'aiuto dell'industria privata, di una moda della bicicletta dovrebbero garantire il funzionamento regolare di ogni attività. I veicoli commerciali potranno continuare ad operare provvisti di speciale permesso e rimarranno aperte le autostrade intercomunali.

Miglioramento dei rapporti tra polizia e cittadini: E' ora che la polizia e i cittadini si conoscano. Tutti gli ufficiali di polizia dovranno venir confermati dai cittadini attraverso delle elezioni da svolgersi ogni quattro anni. Inoltre ogni due anni metà delle forze di polizia dovranno assoggettarsi ad un voto di fiducia, come avviene per i giudici, espresso dagli abitanti dei quartieri che pattugliano.

Combattere il crimine: Qui non siamo a Houston, nel Texas. Sono stati spesi, inutilmente, tempo e soldi per far rispettare leggi obsolete e per combattere crimini senza vittime. Invece di continuare con i raid nei club e con gli arresti per droghe leggere e prostituzione si dovrà considerare prioritaria la repressione del crimine organizzato e del "crimine bianco". La Buoncostume dovrà essere abolita.

Giustizia uguale per tutti: Il carcere cittadino è sovraffollato e il vitto è scadente e scarso. La prigione dovrà essere trasferita al Sunol Valley Golf Club dove tutti i carcerati potranno mangiare bene ed imparare a condurre una vita produttiva come è avvenuto per Dan White (White uccise nel '78 il sindaco di San Francisco e un supervisore gay perché disprezzava gli omosessuali, e fu condannato ad una pena mite) e i criminali del Watergate.

Mai più governi a porte chiuse: Invece di trattare accordi in privato Jello Biafra terrà delle aste pubbliche per vendere le alte cariche dell'amministrazione cittadina. Inoltre verrà creata una Commissione per la Corruzione che stabilirà pubblicamente le tangenti da pagare per ottenere l'appoggio dell'amministrazione per esenzioni dal piano regolatore, appalti ecc.

I diritti degli inquilini: Verrà legalizzata, per le persone a basso reddito, l'occupazione delle case sfitte usate dai proprietari per la riduzione delle tasse. Inoltre tutti gli affitti dovranno essere riportati ai livelli precedenti la Proposition 13 e poi ulteriormente ridotti del 10%. Questa ulteriore riduzione servirà a compensare l'aumento voluto dai proprietari per favorire l'approvazione della Proposition 13.

La pulizia di Market Street: L'amministrazione in carica vuole "ripulire" Market Street (la via centrale di San Francisco dove si trova il centro degli affari e l'ambiente della piccola malavita). Noi crediamo che l'approccio usato sia errato e proponiamo che i titolari degli uffici indossino vestiti da clown durante l'orario di lavoro dalle 9 alle 17.

Basta con il deterioramento della città: Se vogliamo combattere il deterioramento della città bisogna cominciare dal Pier 39 (il Molo 39, una specie di centro per turisti con negozi, ristoranti, ecc.). Sarà distrutto, poiché dannoso per la città, dalla popolazione di San Francisco durante una festività appositamente dichiarata.

Ricostruire lo spirito comunitario: Perché non alleviare la tensione esistente in città costruendo ovunque statue di Dan White? Il Dipartimento Parchi Pubblici potrebbe quindi vendere uova, sassi e pomodori con cui bersagliare le statue.

California uber alles



Holiday in Cambodia



Kill the poor

sabato 12 gennaio 2013

I figli del Capitano

'Death of an electric citizen', la traccia che apre 'Wasa Wasa', album d'esordio della Edgar Broughton Band non lascia dubbi su quanto sia importante l'impronta di Cpt. Beefheart sul sound del trio inglese. Una fonte d'ispirazione che sarà omaggiata anche nella strano medley di 'Apache drop-out' dove fonderanno il pezzo degli Shadows con quello della Magic Band di Beefheart.

Quella dell'Edgar Broughton Band è un hard-blues tiratissimo che fa da tappeto a testi esplicitamente politicizzati e che costituiscono la vera forza motrice del gruppo: infatti esaurita quella, i loro dischi non avranno da dire poi molto di più.

Con Deviants, Pink Fairies, Third World War costituiranno quel nocciolo duro dell'underground britannico dei primi anni settanta che farà proprie le istanze di quella classe operaia che seppure per l'ennesima volta non vedrà il paradiso farà da apripista per i futuri punkrockers.

Death of an electric citizen



Out demons out



Apache drop-out




venerdì 11 gennaio 2013

Insetti

“Mentre l’albero era ancora alto e dritto, veniva già divorato da milioni di insetti ronzanti sotto le sue propaggini […] da molti vermi ed insetti coriacei gialli, marroni e neri […] milioni nel corpo di un solo albero svettante. L’albero cade e gli insetti se ne appropriano completamente”.

Il compositore ungherese Béla Bart ók ha fuso mirabilmente nelle sue opere la musica popolare dell'Europa dell'est con la musica d'avanguardia. Piccolo e gracile nel fisico ma determinato a perseguire gli ideali della sua musica senza mai scendere a compromessi e sfidando le avversità con ostinazione e fierezza fossero gli ambienti musicali prima, il nazismo poi e in ultimo la leucemia che lo porterà alla morte nel 1945 dopo aver speso gli ultimi mesi di vita a comporre in una vera e propria lotta contro il tempo che gli scavava dentro come quegli insetti che nelle sue lettere erano la metafora della sua malattia.

 Danze rumene



Musica per archi, percussione e celesta


Concerto per orchestra




mercoledì 9 gennaio 2013

Zen digitale

Alva Noto e Christian Fennesz, ovvero quanto di meglio è uscito fuori dalle effervescenti scene musicali elettroniche di Berlino e Vienna hanno intrecciato le loro fredde ritmiche digitali con il caldo pianismo minimale del giapponese Ryuichi Sakamoto. Ne sono usciti fuori dischi ricchi di suggestioni ambientali in cui si stemperano i glitch dei due artisti di lingua tedesca.

Alva Noto & Ryuichi Sakamoto: Uoon I (da "Vrioon", 2002)


Christian Fennesz & Ryuichi Sakamoto: Haru (da "Cendre", 2007)

martedì 8 gennaio 2013

Nostalgia berlinese

Bastonate sonore a chi urlerà al miracolo per l'ultimo singolo di David Bowie. Che ha comunque alla veneranda età di 66 anni composto l'ennesima bella canzone, invernale e malinconica, che ci riporta al 1975 quando, smessa la maschera del glam, fugge con Iggy Pop a Berlino, la "città fatta di bar in cui la gente triste può andare a ubriacarsi". A Berlino, in compagnia di Brian Eno, Robert Fripp, Tony Visconti dà vita a tre album intrisi di elettronica e kosmischemusik che saranno poi stati fonte d'ispirazione per tanti gruppi a venir. E quindi ritiro doverosamente fuori dai cassetti quei tre splendidi dischi che sono Low, "Heroes", Lodger.

Where are we now? (2013)



Low (1977)



"Heroes" (1977)



Lodger (1979)


lunedì 7 gennaio 2013

Cartoline dal vecchio West

I Quicksilver Messenger Service di John Cipollina vengono sempre annoverati come terzo gruppo della scena acid-rock di San Francisco. Certo a ragione: non possedendo la sensualità di una Grace Slick e la capacità di sfornare grandi canzoni dei suoi Jefferson Airplane né tanto meno possedendo musicisti della caratura dei Grateful Dead (capaci di passare dalla più lisergica psichedelia all'avanguardia della musica concreta). Più fisici nelle loro jam infuocate i Quicksilver Messenger Service non sono stati capaci di grandi prove in studio ma hanno lasciato un meraviglioso live, 'Happy trails' uscito nel 1969, tratto da due serate ai mitici Fillmore e sublimato nella lunga cavalcata di Calvary.

Nella mia testa finisco sempre per associare ai Quicksilver Messenger Service il mio personale quarto gruppo della Baia: gli It's A Beautiful Day. L'associazione nasce dal rimando della ragazza sulla copertina dell'omonimo 'It's A Beautiful Day' a quella che saluta il ragazzo che parte cavalcando a briglie sciolte sulla copertina di 'Happy trails' dei Q.M.S.. Ognuno ha le proprie rotelle fuori posto, senza eccezione!

Quicksilver Messenger Service: Calvary




It's A Beautiful Day: Bulgaria



domenica 6 gennaio 2013

Moto perpetuo

Ci sono musicisti incapaci di stare fermi. Uno di questi è Jim O' Rourke. Americano, classe '69 ha finora accumulato una discografia sterminata tra dischi in proprio, collaborazioni, produzioni e partecipazioni a band e progetti più o meno noti: tra questi, fondamentali i Gastr del Sol che hanno rappresentato l'ala più sperimentale del post-rock di Chicago, i Red Crayola dell'eterno Mayo Thompson, i Sonic Youth di inizio millennio (ottimi risultati nella formazione a cinque negli album "NYC City ghosts & flowers" e "Murray Street") e ultimo in termini di tempo i Fenn O' Berg con gli sperimentatori elettronici austriaci Christian Fennesz e Peter Rehberg. Dischi estremamenti vari per genere e ispirazioni ma tutti attraversati dalla stessa voglia di sperimentare sempre e comunque.

Jim O' Rourke: The visitor (da 'The visitor", 2009)

 
Gastr del Sol: Every five miles (da "Crookt, crackt or fly", 1994)



Sonic Youth: Karen revisited (da "Murray Street", live 2002)


 Fenn O' Berg: Part IV (da "In Stereo", 2010)






venerdì 4 gennaio 2013

Gotico americano

Il dark o gothic o quale altra etichetta vogliate dargli è stato un fenomeno musicale prettamente inglese ed europeo. Uno dei pochi gruppi provenienti da oltreoceano, da San Francisco, sono stati i Tuxedomoon che dopo l'ottimo disco Half-Mute si trasferiscono, visto lo scarso successo commerciale in Europa dove troveranno maggiori estimatori: i synth, il sax, il violino danno alla musica dei Tuxedomoon un aspetto del tutto originale rispetto al sound dell'epoca che continuerà nelle prove successive pur non raggiungendo i vertici di Half-Mute (1980) e del seguente Desire (1981)


Fifth column



What use?



East / Jinx / ... / Music #1



In a manner of speaking


mercoledì 2 gennaio 2013

Nulla è andato perso

Nulla è andato perso - Gianni Maroccolo

L’uomo degli acronimi è pronto a tornare con un disco che sarà prodotto non da un’etichetta discografica ma attraverso il crowdfunding, una raccolta fondi tra i fan attraverso il sito internet di musicraiser.com. Il disco non sarà venduto nei negozi ma spedito solo a coloro che entro il prossimo 12 febbraio parteciperanno al progetto.
L’uomo degli acronimi è Gianni Maroccolo, il disco “vdb23/nulla è andato perso” è un rimando tanto agli inizi musicali nella cantina/sala prove di via dei Bardi 32 di Firenze quanto all’ultima esperienza con i Deproducers dove, insieme ad altri produttori di grido, accompagna su un sottofondo molto kraut-rock le conferenze dell’astronomo Fabio Peri (e vdB23 è per l’appunto una nebulosa della costellazione del Toro).
L’uomo degli acronimi ha indossato la divisa dei due più importanti gruppi italiani degli anni ottanta: l’incrocio tra le due esperienze avvenne nel marzo del 1989  quando Litfiba, CCCP Fedeli alla Linea e Rats (gruppo che visse un breve periodo di celebrità nei  primi anni novanta grazie all’album “Indiani Padani”) tennero due storici concerti a Mosca e a Leningrado. Il muro di Berlino non era ancora caduto ma aveva gli stessi giorni contati dei due gruppi dilaniati da problemi interni e che portarono in seguito al passaggio nei CCCP di Gianni  Maroccolo e con lui di Giorgio Canali (fonico), Francesco Magnelli (arrangiatore) e Ringo De Palma (batterista). Quest’ultimo morirà, stroncato da un’overdose subito dopo avere ultimato la registrazione di Annarella, canzone che chiude “Epica, Etica, Etnica, Pathos” ultimo disco dei CCCP e dalle cui ceneri nasceranno prima il Consorzio dei Suonatori Indipendenti (C.S.I.) e poi i Per Grazia Ricevuta (P.G.R.).
Con Giovanni Lindo Ferretti, voce carismatica del gruppo punk filo-sovietico, oramai ritirato tra le montagne della sua Cerreto Alpi la storia sembrava a questo punto conclusa. Ma era solo il fuoco che covava sotto la cenere perché forte era l’impronta lasciata nel panorama musicale italiano: così troviamo in questi ultimi mesi Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni (l’altro storico fondatore della band) in tour, ognuno per proprio conto, a riproporre il repertorio storico del gruppo. Nel frattempo, dopo un concerto in memoria di Ringo, i Litfiba annunciano un Trilogia Tour che a inizio 2013 porterà in giro per la penisola i brani dei primi tre dischi con la line-up originale con Aiazzi alle tastiere, Maroccolo al basso, il solito Canali come fonico e il batterista dei suoi Rossofuoco Luca Martelli, vera macchina da palco, a sostituire l’indimenticato Ringo.
Per chi ha conosciuto i Litfiba da “El Diablo” in poi, una stagione che non esito a definire imbarazzante, una grande occasione per riscoprire un gruppo che seppur riallacciandosi fuori tempo massimo alle sonorità darkwave e post-punk era riuscito a sviluppare un percorso originale e creativo in dischi come “Desaparecido”“17 Re”, “Litfiba 3″ (senza dimenticare piccole gemme come “Eneide di Krypton”, “Transea”, “Yassassin” e altre mai incise ma facilmente reperibili in rete).


martedì 1 gennaio 2013

Già due lustri?

Sono rimasto di stucco quando stamattina ho scoperto che sono già passato dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber. E non perché vuol dire che inesorabilmente invecchio ma perché la sua musica, i suoi monologhi, la sua poetica, il suo pessimismo, la sua spietata analisi della società che ci circonda è talmente lucida e viva da renderlo ancora ben presente oggi come ieri o come dieci o vent'anni fa.

Il signor G


Lo shampoo

 

Qualcuno era comunista



L'equazione