sabato 24 novembre 2012

Crimini e dissonanze

Uscito nel 2005 per l'etichetta Ipecac di quel geniaccio di Mike Patton (Faith No More, Fantomas, Mr. Bungle, Tomahawk, Mondo Cane etc. etc.) e corredato dalle note del libretto di un certo John Zorn, 'Crime and dissonance' è un doppio CD che raccoglie musiche composte per vari film degli anni '70 dal grande Ennio Morricone.
Non le strafamose musiche che hanno accompagnato la cosiddetta "trilogia del dollaro" di Sergio Leone con cui il regista romano è stato capace di rivitalizzare e reinventare quel filone western nato insieme al cinematografo, e in cui la forza delle immagini, delle lunghe sequenze di intensi primi piani, dei volti scavati in cui riusciresti a penetrare l'anima dei suoi personaggi sarebbe enormemente minori senza le musiche del grande compositore. A inizio settanta, Morricone, impegnato anche nelle sperimentazioni del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, cerca di battere altre strade affrancandosi dal filone dello spaghetti western e sperimenta continuamente nuovi linguaggi sonori. Quasi solo in virtù di tale presenza ci ricorderemmo di film come 'Una lucertola con la pelle di donna' di Lucio Fulci, 'L’Anticristo' di Alberto De Martino, 'Giornata nera per l’ariete' di Luigi Bazzoni, 'Gli occhi freddi della paura' di Enzo Castellari o dei tanti altri contenuti nell'antologia curata da Patton.

Giorno di notte (da 'Una lucertola con la pelle di donna' di Lucio Fulci, 1971)



Trafelato (da 'Giornata nera per l’ariete' di Luigi Bazzoni, 1971)



Sequenza 10 (da 'Sesso in confessionale', di Vittorio De Sissti, 1974)



Il buio (da 'L'Anticristo' di Alberto De Martino, 1974)




venerdì 23 novembre 2012

Il gruppo selvaggio

Ribattezzatosi per l'occasione The Group, il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza registra nel 1970 questo disco sospeso tra jazz, avanguardia e psichedelia. Ennio Morricone si traveste da Miles Davis e con la sua tromba sottolinea i fraseggi di Franco Evangelisti, Mario Bertoncini, Walter Branchi, Bruno Battisti D'Amario, Egisto Macchi, Renzo Restuccia e John Heineman. L'intellighenzia della musica sperimentale ed avanguardia italiana in uno scenario di jungla forato dagli stridii degli uccelli meccanici in copertina.


The feed-back



Quasar



Kumalo


giovedì 22 novembre 2012

“Sento di piangere, lo scherzo è andato troppo in là, puoi essere qualsiasi cosa tu voglia, sei ogni colore…”.

Rain Tree Crow

mercoledì 21 novembre 2012

Il fuoco indimenticabile


Ritornano l’autunno e le piogge e puntualmente ritorna a girare nel mio lettore ‘The unforgettable fire’ degli U2, anno 1984, vero spartiacque tra gli esordi post-punk della band irlandese e ciò che verrà dopo fino al berlinese ‘Achtung Baby’ e la riscoperta di quella teatralità esasperata tipica del Lipton Village in cui erano cresciuti pur senza attingervi a pieno.
Infatti fino a quel momento gli U2 non si erano distaccati dal sound dei tanti gruppi del periodo e neppure dall’estetica: perciò se volete ascoltare qualcosa di veramente originale andate alla voce Virgin Prunes, autentici mentori dei nostri, il chitarrista Dik Evans è il fratello maggiore di David al secolo The Edge, i cantanti Gavin Friday, colui che appioppò il nomignolo Bono Vox a Paul Hewson, e Guggi il cui fratellino Peter è il ragazzino che campeggia sulle copertine di ‘Boy‘ e ‘War’.
Il solco della darkwave dei Joy Division non fu seguito solo per l’abbandono come produttore di Martin Hannett, annichilito dalla morte di Ian Curtis. Era il maggio del 1980 e, negli stessi studi di registrazione, gomito a gomito gli U2 registravano ’11 o’clock tick tock’ e ‘Touch’, i Joy Division ‘Love tear us apart’. Toccò quindi a Steve Lillywhite, dopo la defezione di Hannett, produrre il trittico ‘Boy’, ‘October’ e ‘War’.
Fu a questo punto e dopo il live ‘Under a blood red sky’ e il quasi video gemello del concerto alle Red Rocks che entrò in scena il demiurgo Brian Eno. Inizialmente Eno è riluttante a produrre gli U2, poi accetta e porta con sé l’allora sconosciuto musicista e tecnico del suono franco-canadese Daniel Lanois.
Il disco viene registrato non in un asettico studio ma nella meravigliosa cornice dello Slane Castle (sulla splendida copertina del disco, realizzata da Anton Corbjin, campeggiano invece le rovine del Moydrum Castle): The Edge è libero di dare sfogo a ogni sperimentazione e effetti chitarristici, la musica diventa volutamente sfocata guadagnando in mistero ed evocatività. Tolte l’hit da stadio ‘Pride (in the name of love)’ e legata ancora ai vecchi schemi dei primi dischi tutto il resto del disco respira di questo nuovo afflato poetico dall’introduttiva ‘A sort of homecoming’ (da un verso del poeta Paul Celan, “la poesia è una sorta di ritorno a casa’”) fino alla conclusiva ‘MLK‘ (seconda dedica del disco al reverendo Martin Luther King).



lunedì 19 novembre 2012

I luoghi del potere

Formazione a mezza via tra il progressive dei settanta e la new wave dei primi anni ottanta, i bresciani Art Fleury comincaino la carriera aprendo il concerto degli Area al parco Lambro di Milano quando ancora si chiamano AMG (dalle iniziali dei tre membri fondatori) e facendo da spalla agli Henry Cow durante i loro concerti italiani. Dopo un 45 giri d'assaggio intitolato 'L'overdose' nel 1980 esordiscono sulla lunga distanza con  'I luoghi del potere' disco strumentale vicino al Rock In Opposition del gruppo di Frith e soci. Poi allargano la formazione e si avvicinano a sonorità molto più new wave ma ancora originali e dagli spunti interessanti come la scanzonata e sbarazzina 'U.K. is dead'. Da riscoprire. 

Uno spettro si aggira per / Le brigate Nans Eisler



La morte al lavoro



U.K. is dead



Lilith


 
Gabbie