martedì 13 marzo 2012

Calcolo integrale

Quando nel 1954 Edgard Varèse presentò Deserts previde la possibilità di eseguirla affiancata a nastri che avrebbero diffuso insieme all'opera musicale rumori registrati in fonderie, fabbriche, segherie di Philadelphia, poi manipolati elettronicamente. Il tessuto urbano entrava dall strade fin dentro il cuore della musica colta sradicando il silenzio asettico dei teatri.
Già in gioventù, era il 1927, aveva addirittura provato a farsi assumere Bell Telephone Laboratories pur di poter avere accesso alla possibilità di sperimentare nuovi suoni. Quella volta però aveva incassato un secco rifiuto.

Ma l'irrequieto Edgard Varèse nato francese e poi morto americano compose e teorizzò musica per tutta la vita attingendo al linguaggio della fisica e della matematica: sovrapponendo gli effetti delle masse sonore come risultanti vettoriali di campi elettrici. Varèse parlava continuamente di “collisioni”, “penetrazioni”, “repulsioni”, “trasmutazioni” di masse sonore come termini di un’ideale “liberazione del suono. 

Ionisation


Integrales


Poeme electronique

Nel 1958 la Philips, una fabbrica olandese di apparecchiature elettroniche, commissiona a Le Corbusier la progettazione di un padiglione alla Fiera di Bruxelles tale che fosse “una poesia dell’età elettronica”. L’architetto franco-svizzero invita Varèse a scrivere la musica per una fantasia di luci, colori, ritmi e suoni lunga otto minuti. Nelle intenzioni quella musica doveva rappresentare la “genesi del mondo”. Nasce così il Poème électronique, nastro a tre tracce (1958). Varèse, che ha settantatre anni, compone la maggior parte della musica direttamente su nastro magnetico. Con un generatore di impulsi vengono creati suoni di tamburo; una voce naturale di ragazza viene trattata elettronicamente. L’architettura sonora prevede la distribuzione dei suoni su quattrocento altoparlanti, che sono disposti in modo tale da creare un senso di dimensione spaziale. Lo spettatore può ascoltare il brano nella sua interezza indipendentemente dal momento dell’arrivo, semplicemente attraversando il padiglione. La musica diventa multidimensionale: non prevede più un ascolto frontale e si annullano i marcatori di tempo di inizio e fine.

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