Quando nel 1954 Edgard Varèse presentò Deserts previde la possibilità di eseguirla affiancata a nastri che avrebbero diffuso insieme all'opera musicale rumori registrati in fonderie, fabbriche, segherie di Philadelphia, poi manipolati elettronicamente. Il tessuto urbano entrava dall strade fin dentro il cuore della musica colta sradicando il silenzio asettico dei teatri.
Già in gioventù, era il 1927, aveva addirittura provato a farsi assumere
Bell Telephone Laboratories pur di poter avere accesso alla possibilità
di sperimentare nuovi suoni. Quella volta però aveva incassato un secco rifiuto.
Ma l'irrequieto Edgard Varèse nato francese e poi morto americano compose e teorizzò musica per tutta la vita attingendo al linguaggio della fisica e della matematica: sovrapponendo gli effetti delle masse sonore come risultanti vettoriali di campi elettrici. Varèse parlava continuamente di “collisioni”, “penetrazioni”, “repulsioni”,
“trasmutazioni” di masse sonore come termini di un’ideale “liberazione
del suono.
Ionisation
Integrales
Poeme electronique
Nel 1958 la Philips, una fabbrica olandese di apparecchiature
elettroniche, commissiona a Le Corbusier la progettazione di un
padiglione alla Fiera di Bruxelles tale che fosse “una poesia dell’età
elettronica”. L’architetto franco-svizzero invita Varèse a scrivere la
musica per una fantasia di luci, colori, ritmi e suoni lunga otto
minuti. Nelle intenzioni quella musica doveva rappresentare la “genesi
del mondo”. Nasce così il Poème électronique, nastro a tre
tracce (1958). Varèse, che ha settantatre anni, compone la maggior parte
della musica direttamente su nastro magnetico. Con un generatore di
impulsi vengono creati suoni di tamburo; una voce naturale di ragazza
viene trattata elettronicamente. L’architettura sonora prevede la
distribuzione dei suoni su quattrocento altoparlanti, che sono disposti
in modo tale da creare un senso di dimensione spaziale. Lo spettatore
può ascoltare il brano nella sua interezza indipendentemente dal momento
dell’arrivo, semplicemente attraversando il padiglione. La musica
diventa multidimensionale: non prevede più un ascolto frontale e si
annullano i marcatori di tempo di inizio e fine.
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