sabato 29 settembre 2012

L'amata mela

"Portatemi gli affamati, gli stanchi, i poveri e gli piscerò addosso. Questo è ciò che la Statua dell'Intolleranza dice. Le vostre masse di poveri accalcati picchiamole a sangue, facciamola finita e buttiamoli nel boulevard"
Questo disco è per il rock quello che Manhattan di Woody Allen è per il cinema. La sentita dichiarazione d'amore per la Grande Mela da parte di Lou Reed: amore per le sue storie da marciapiede, per le strade sporche e malfamate, i criminali per indole e i delinquenti per necessità. Dove anche la storia degli amanti shakesperiani si trasfigura in un regolamento di conti tra ispanici.

Romeo had Juliette



 The great American whale




Dime store mystery



Dirty boulevard



Busload of faith


venerdì 28 settembre 2012

Fine dei giochi

Di 'verde' nella vita di Peter Green, chitarrista, c'è il periodo con i Bluesbreakers di John Mayall e quello con i Fleetwood Mac. Dopo il lungo tunnel dell' LSD e i conseguenti problemi psichici che lo porteranno alla schizofrenia spazzandolo via dalle scene musicali (anche se nel frattempo circoleranno le leggende più disparate che narreranno di crisi mistiche, fughe in Israele, improbabili occupazioni per sbarcare il lunario tra cui quelli come barista, infermiere e becchino!). Ritornerà a imbracciare la chitarra negli anni ottanta spesso come sessionman talvolta come solista ma senza mai assolutamente graffiare.

Continua invece a mostrare le unghie e le zanne, come il felino in copertina l'ultima incisione prima del ritiro dalle scene: inciso in una sola notte, "The end of the game" rimane una scheggia accecantedi blues strumentale sospeso tra jazz e psichedelia dove la sua chitarra rivaleggia con il piano di Zoot Money (già con Centipede e Animals) e il basso di Alex Dmochowski (dalle Mothers di Frank Zappa).

Bottoms up


Timeless time  



Descending scale 



 Burnt foot 



Hidden depth  



The end of the game 


giovedì 27 settembre 2012

Random walk

Due persone escono da un’osteria così ubriachi da non ricordare più in quale direzione incamminarsi per raggiungere la propria casa: decidono così di affidarsi alla sorte usando una monetina. Ad ogni lancio della monetina si sposteranno di un passo verso destra nel caso l’esito del lancio sia testa e di un passo verso sinistra nel caso sia croce. Cosa ti aspetti si verifichi dopo un certo numero di lanci? Pensi che le due persone saranno distanti dall’osteria? E tra loro?


I percorsi casuali dei due saranno solo statisticamente vincolati al punto di partenza. Le eventuali fluttuazioni sono destinate ad aumentare al crescere dei passi seppur secondo la radice quadrata del tempo. I matematici la chiamano "random walk", passeggiata casuale: i granelli di polvere seguono un andamento simile. E come pulviscolo atmosferico, caliginosi ed eterei si rincorrono le note del trio australiano The Necks sospesi in lunghe jam tra jazz e minimalismo.

Rum jungle (da Mindset, 2011)


Drive by (2003)


Aether (2001)

Hanging gardens (1999)


domenica 23 settembre 2012

La giostra dei folli

Dopo un'attesa ventennale sono riuscito finalmente a sentire 'Towards the lighted town' dei milanesi 'Carnival of fools' gruppo che nel solco di un blues malato di chiara derivazione caveana. Il disco in questione è l'ultimo pubblicato dalla band prima di sciogliersi nel 1993 e dalle cui ceneri nasceranno i più fortunati La Crus e i meno fortunati Santa Sangre (oltre a fornire elementi a Massimo Volume e Afterhours. La loro storia era cominciata nel 1988 e la loro discografia comprende un EP, 'Blues off get my shoulders' (1989) e un altro album 'Religious folk' (1992). Nel mezzo una strepitosa rilettura di 'Love will tear us apart' dei Joy Division apparsa su una compilation di tributo edita dalla etichetta milanese Vox Pop. Un gruppo seminale della scena nostrana che vale la pena riscoprire.

Not the same


Blah Blah Blues



Just another great dream



Love will tear us apart




giovedì 20 settembre 2012

Luce sulla Neon

La Neon Records nacque come costola della RCA con grandi speranze e progetti ambiziosi come il supergruppo Centipede di Keith Tippett. Ebbe purtoppo vita brevissima e nel buco finanziario dell'etichetta inglese finirono per cadere miseramente ottimi gruppi sospesi tra progressive e jazz-rock come Spring, Tonton Macoute, Indian Summer, Running Man, Raw Material. Per quasi tutti loro non ci fu altra occasione di pubblicare altro materiale. Come diceva il vecchio adagio: sic transit gloria mundi.

Tonton Macoute: Don't make me cry (da 'Tonton Macoute', 1971)


Indian Summer: God is the dog (da 'Indian Summer', 1971)



Raw Material:Time and illusion (da 'Raw Material', 1970)


Spring: 'Spring' (1971)



The Running Man: Find yourself + Running man (da 'The Running Man', 1972)


mercoledì 19 settembre 2012

"la precarietà è un cuneo nelle ossa"

"Quanto dura il mio minuto se devo fare settantacinque secondi in sessanta?"

La 'Rapsodia meccanica' del calabrese Francescio Currà, operaio dell'Ansaldo di Genova, vede la luce nel dicembre del '76 ovvero orima ancora che i Throbbing Gristle diffondessero il verbo della musica industriale (che in realtà era già stata inventata dai futuristi, dagli intonarumori di Luigi Russolo fino alla 'Sinfonia delle sirene', una composizione per masse di lavoratori, cannoni, idroplani e tutte le sirene delle fabbriche della città di Baku che il russo Arseny Avraamov mise in scena 7 novembre del '22).
Nei roventi anni di piombo Currà mette in scena tutta l'alienazione del lavoro in fabbrica e i suoi ritmi omicidi declamando i suoi testi su un sottofondo di rumori tirati fuori direttamente dai suoi macchinari durante le ore di lavoro.

Luigi Russolo: Serenata per intonarumori e strumenti (1924)


Arseny Avraamov: Sinfonia delle sirene (1922)


Francesco Currà: La massa della miseria (1976)


Francesco Currà: Non mi parlare di rivoluzione (1976)



martedì 18 settembre 2012

Dialogo della Natura e degli islandesi

Si chiama 'Heima', 'A casa', il film documentario uscito nel 2006 degli islandesi Sigur Ros: silenzi ed esplosioni da un'isola di ghiacci e vulcani. Ne sono passati di anni da quando li ho visti suonare all'anfiteatro Pecci di Prato (era il 2003 e avevano appena bissato il successo di Agaetis Byrjun con ( ) album senza titolo né titoli di canzoni e neppure testi visti che al patrio islandese avevano sostituito un puro vocalese) in un continuo gironzolare scalzi per il palco e scambiarsi gli strumenti: nonostante qualche disco meno a fuoco e qualche tentazione pop ma rimangono sempre capaci di evocare la loro terra lontana e misteriosa.

Olsen Olsen



Untitled 8


Vaka


Hoppipolla



domenica 16 settembre 2012

La libertà è difficile e fa soffire

Roberto Roversi è scomparso a 89 anni: il solo enumerare ciò che è stato, partigiano, libraio, antiquario, poeta, giornalista, autore di canzoni descrive un ampio cerchio degno di essere esplorato.
A metà anni settanta il sodalizio con Lucio Dalla fruttò la fortunata trilogia 'Il giorno aveva cinque teste', 'Anidride solforosa', 'Automobili'. L'ultimo disco, nato da uno spettacolo filmato per la RAI, ebbe una gestazione travagliata con pressioni da parte della casa discografica di includere due pezzi che spingeranno Roversi a sostituire la propria firma sui brani con lo pseudonimo di Norisso.

Di Lucio diceva: ”Un uomo colto, ma in libreria non avevo un giradischi, così per parlare delle nostre cose musicate mi veniva spesso a prendere in macchina e giravamo sui colli ascoltandole con l’autoradio. Diceva che avrebbe musicato anche l’elenco del telefono, se lo avessi scritto io. Poi giustamente s’accorse che le cose che scriveva da solo vendevano cento volte di più delle nostre”.

Il giorno aveva cinque teste (1973)



Anidride solforosa (1975)



Automobili (1976)




sabato 15 settembre 2012

Niente canzoni d'amore

"L’amore viene fuori molto spesso come argomento per una canzone, perché molti gruppi realizzano canzoni perlopiù sull’innamoramento, oppure su come sono felici quando sono innamorati, e ci si chiede occasionalmente perché queste band ne parlano tutto il tempo."

(Andy Gill, da Love like anthrax)
Alle canzoni d'amore i Gang of Four, dall'operaia Leeds, preferivano canzoni politiche e impgnate (d'altronde la stessa ragione sociale del gruppo era mutuata dalla rivoluzione culturale maoista): alla furia del punk aggiungevano ritmiche funky e dub. Dopo un paio di singoli d'assaggio nel 1980 sfornarono il capolavoro 'Entertainmant!' un concentrato pazzesco di sudore ed energia.

Love like anthrax

"I feel like a beetle on it's back / And there's no way for me to get up / Love'll get you like a case of anthrax / And that's something I don't want to catch"




Ether



Natural's not in it



giovedì 13 settembre 2012

Sinfonia ferroviaria

"Ho sempre amato le locomotive con passione; per me sono esseri viventi, e le amo come altri possono amare le donne o i cavalli. Nel "Pacific" quello che ho cercato di fare non è l'imitazione dei rumori della locomotiva ma la traduzione d'un'impressione visiva e di un godimento fisico in una costruzione musicale. La composizione parte da una contemplazione oggettiva: il respiro tranquillo della macchina in riposo, lo sforzo dell'avviamento, e poi il progressivo aumento della velocità finché si arriva allo stadio lirico o patetico di un treno di trecento tonnellate lanciato in piena notte a 120 all'ora. Ho scelto a oggetto della composizione la locomotiva di tipo "Pacific n. 231" per i convogli pesanti dalle grandi velocità".

'Pacific 231' è la composizione più nota del compositore svizzero Arthur Honegger stretta parente della musica futurista italiana e russa e antesignana della musica industriale. Oltre che comporre per orchestra negli anni trenta Honegger comporrà anche musiche per Onde Martenot (la tastiera parente del theremin) in particolare per il mediometraggio animato di Bertolt Bartosch 'L'idée', in pratica un documentario politico di matrice socialista.

Pacific 231 (1923)


L'idée (1931)


mercoledì 12 settembre 2012

Milioni di dollari in nichelini

Il film Cotton Club di Francis Ford Coppola ripercorre gli anni d'oro dell'omonimo club di Harlem dove furono di casa oltre a gangster e contrabbandieri prima Duke Ellington e poi l'istrionico Cab Calloway. A quel periodo, è il 1931, risale il maggior successo di Calloway 'Minnie the moocher' subito sfruttata anche dall'industria dei cartoon con l'omonimo episodio di Betty Boop e riamplificato dal cameo nel film 'The Blues Brothers'

Max Fleischer: Minnie the moocher (1932)



John Landis: The Blues Brothers (1980)

 


Francis Ford Coppola: Cotton Club (1984, trailer)


lunedì 10 settembre 2012

Puntaspilli

La tecnica inventata dal russo Alexeieff consisteva nello 'schermo di spilli', un pannello trafitto da migliaia di spilli con profondità diverse che creava un effetto simile alle acqueforti. Il 'fachiro' Alexeieff variando intensità e direzione dei fasci di luce radente sul pannello un modo inedito di fare animazione. Strepitose le sue rielaborazioni dei capolavori di Mussorgski che in pratica aprono e chiudono la sua filmografia inframmezzata da altri piccoli capolavori come 'Il naso' di Gogol o i primi minuti della versione cinematografica de 'Il processo' di Kafka.

Una notte sul Monte Calvo (1933)



Il processo (1962)


 
Il naso (1963)



Quadri di un'esposizione (1972)


domenica 9 settembre 2012

La concretezza della pellicola

"Il mio è un film astratto a colori con ottimo accompagnamento in chiave jazzistica di chitarra e contrabbasso e di nessuno di questi due strumenti ha mai sentito parlare quel demente di Hitler" (Len Lye a proposito di 'Swinging the Lambeth walk')

Il neozelandese Len Lye è, con Norman McLaren, il padre del "film concreto": animazioni spesso accompagnate da ritmi swinganti realizzate senza cineprese dipingendo direttamente la pellicola di celluloide. Un lavoro certosino e artigianale in cui si prodigherà per tutta la vita dal primo 'Tusalava' (termine samoano che indica la ciclicità delle cose) del 1929 fino al postumo 'Tal Farlow' del 1980.

Tusalava (1929)



A colour box (1935)




Kaleidoscope (1935)



Swinging the Lambeth walk (1939)



Tal Farlow (1980)


sabato 8 settembre 2012

Cartoni suonati

"Un guaio dei cartoni oggi è che hanno così tanto dialogo che la musica non significa molto"

Carl Stalling accompagnava al piano i film muti quando fu notato durante uno spettacolo a Kansas City da Walt Disney. Da quell'incontro la proposta di sonorizzare i suoi cartoons.
La prima perla del compositore fu nel 1929 'The skeleton dance' splendido cortometraggio della serie delle Silly Symphonies. Nel 1936 passò ai rivali della Warner Bros. per i quali musicò per oltre un ventennio i Looney Tunes.
Difficile se non impossibile immaginare tutti quei cartoons senza la folle centrifuga musicale di Stalling e la sua orchestra capace di saltare repentinamente da un genere all'altro inserendo ogni tipo possibile di rumore.

The skeleton dance (1929)



Flip the frog (1930)


Jungle jitters (1938)


Marching pink elephants (1940)


venerdì 7 settembre 2012

L'uomo nell'armadio

Quando alla sua morte aprirono finalmente quella sua stanza tenuta sempre chiusa a chiave di quel piccolo appartamento di due camere chiamato scherzosamente 'l'armadio' trovarono solo un gran numero di ombrelli. Fu l'ultima stravaganza del grande musicista di Honfleur Erik Satie. Era il 1925. 
Soltanto l'anno prima aveva partecipato al film dadaista di Renè Clair 'L'entracte' dove in compagnia di Francis Picabia carica un cannone contro Parigi mentre Marcel Duchamp e Man Ray giocano a scacchi. Il senso di tutto ciò? Liberare i sensi.

Erik Satie: Gymnopedies (1888)


René Clair: Entr'acte (1924)



giovedì 6 settembre 2012

Musica per sommergibili

"Non è difficile diventare una grande ammaliatrice: basta restare immobile e recitare la parte dell'oca"

Diede scandalo Hedy Kiesler quando nel '33, alla seconda edizione della mostra del cinema di Venezia, comparve in uno dei primi nudi integrali della storia del cinema. A poco valsero i seguenti tentativi dell'allora marito Fritz Mandl di comprare e togliere dal mercato tutte le copie di quel film, 'Estasi', del regista cecoslovacco Gustav Machaty che così tanto scalpore aveva sollevato.

Scandalo lo aveva dato anche George Antheil, compositore americano di stanza in Europa, autodefinitosi 'il ragazzo cattivo della musica' per le sue opere avanguardistiche: suo il commento sonoro dello sperimentale 'Balletto meccanico' del pittore cubista Fernand Léger.

Nel '37 Hedy fugge dal geloso marito e dal nazismo verso Hollywood dove assunto lo pseudonimo di Hedy Lamarr conquisterà il pubblico statunitense. Nel '41 l'incontro con George Antheil con il quale Hedy, che era stata brillante studentessa e ingegnere mancata, nonché moglie di quel Mandl che lavorava nel campo degli armamenti, mette a punto un brevetto per le comunicazioni tra sommergibili.
Inizialmente bocciato, tale sistema di crittografia sarà adottato dalla marina statunitense durante il blocco di Cuba del '62.

Fernand Léger: Le ballet mécanique (1924)



Hedy Lamarr



Gustav Machaty: Ekstase (1933)




sabato 1 settembre 2012

In fuga dalla Terra

I francesi Magma sono stati autori della folle saga di Kobaia, pianeta colonizzato da un gruppo di uomini in fuga dalla Terra e che fondarono una nuova civiltà in cui vivere in giustizia e armonia. Ogni disco dei Magma costituisce un capitolo della saga dei Kobaiani, la musica è un miscuglio di generi, dal jazz al progressive alla musica classica, dove domina una tensione drammatica creata dal sovrapporsi dei cori e il cui canto è in Kobaiano!
Dopo un esordio più disordinato e caotico nel 1970, i Magma mettono meglio a fuoco il loro suono con 'Magma 2' (noto anche come '1001° centigrades') e soprattutto con 'Mekanik Destruktiw Kommandoh' del 1973.
In questo terzo capitolo il protagonista è Nebehr Gudahtt che da Kobaia giunge sulla Terra a portare, inascoltato, le sue parole di saggezza ai terrestri con lo scopo di salvarli dalla tragica fine a cui sono destinati.

Mekanik Destruktiw Kommandoh (1973)



Riah Sahiltaahk (1971)