martedì 15 novembre 2011

Tintinnabuli

"Non sarebbe stato difficile per gli apostoli aver vissuto nell'Unione Sovietica. Lì ci sono persone meravigliose come loro".

Il 1977 è l'anno del punk. Johnny Rotten canta 'Io sono l'anticristo'.
L' Estonia invece è ancora una delle quindici repubbliche dell'URSS. Arvo Pärt, dopo sette anni di silenzio, stanco della dodecafonia e della musica atonale, ricomincia a comporre. Riparte dalla musica sacra. La scompone, la semplifica. Ricerca una continua riduzione ai minimi termini. Ne uscirà Tabula Rasa.
Un'opera di una sacralità tutta umana, fatta di boschi e montagne affacciate sul mare nell'ora del tramonto.
Per una strana coincidenza i tintinnabuli di Arvo Pärt ci fecero compagnia mentre risalivamo tornante dopo tornante l'appennino toscoemiliano in direzione di Cerreto Alpi. Giovanni Lindo Ferretti avrebbe tenuto un concerto a casa sua. L'ex punk filosovietico aveva appena riabbracciato la croce.

Tabula Rasa (Ludus)



Tabula Rasa (Silentium)



"I tintinnabuli sono una zona in cui a volte vago quando sto cercando delle risposte -sulla mia vita, sulla mia musica, sul mio lavoro. Nelle mie ore buie, ho la certa sensazione che ogni cosa al di fuori di questa unica cosa non ha significato. La complessità e la multi-sfaccettatura mi confondono solamente, e devo ricercare l'unità. Ma cos'è questa unica cosa? E come posso trovare la mia strada verso di essa? Tracce di questa cosa perfetta appaiono in molte sembianze -ed ogni cosa che non è importante scivola via. Tintinnabuli è così. Eccomi solo col silenzio. Ho scoperto che è abbastanza quando anche una sola nota è magnificamente suonata. Questa unica nota, o un battito calmo, o un momento di silenzio, mi confortano. Lavoro con pochissimi elementi -una voce, due voci. Costruisco con i materiali più primitivi -con l'accordo perfetto, con una specifica tonalità. Tre note di un accordo sono come campane ed è perciò che chiamo questo tintinnabuli".

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