lunedì 7 novembre 2011

Elogio della sottrazione

Quante sciagurate serate anni '80 ci sono toccate in sorte! Dovreste tutti arrossire di vergogna per aver ascoltato e averci fatto ascoltare tutta quella musica plastificata di band phonate e cotonate che hanno contribuito ad allargare il buco dell'ozono con i loro ettolitri di lacche spray. Serate a base di A-ha, Duran Duran, Europe e sempre, dico sempre, l'immancabile colpo di grazia di YMCA. E spesso c'erano anche i Talk Talk che tra un disco insulso e uno insipido erano riusciti a piazzare due bei singoli come 'It's my life' e 'Such a shame'.

It's my life



Such a shame



Poi la svolta. Invece di proseguire nel synth-pop da classifica, abbandonato ogni fronzolo, ridussero la loro musica a strutture scheletriche, di dimessa psichedelia. Due splendidi dischi, 'Spirit of Eden' e 'Laughing stock' di slowcore o postrock ante litteram, poi lo scioglimento.

After the flood



Desire



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