mercoledì 23 novembre 2011

Musica per camaleonti

La sfortuna dei Chameleons è stata quella di essere arrivati un attimo dopo i più illustri Joy Division, Cure, Echo & The Bunnymen. Il loro primo disco “Script of the bridge esce solo nel 1983, e già la copertina, opera del chitarrista Reg Smithies, mette in evidenza la componente onirica e romantica della musica e dei testi di Mark Burgess.

“In his autumn before the winter comes man’s last mad surge of youth.” “What on earth are you talking about?” Queste le due frasi, rapite da un film sconosciuto, che introducono l'iniziale Don't fall”, seguono poi “Monkeyland, poi “Second skin” che pare alludere a un'esperienza post-mortem, poi “A person isn't safe anywhere these days”, la preferita di Burgess con cui aprivano generalmente i concerti e ancora fino a quel verso finale You wait until your time comes round again che chiude “View from a hill” e di fatto il loro disco d'esordio.

Il secondo album “What does anything mean basically? esce nel 1985, comprende altre ottime canzoni così come “Strange times” l'anno successivo (con una delle mie copertine preferite in assoluto). Ma le vendite sono scarse e il gruppo finisce per sciogliersi. Per fortuna anni fa c'è stato chi me li ha fatti conoscere, era il batterista dei Leanan Sidhe, gruppo fiorentino degli anni '80 quando Firenze era la capitale italiana del dark. Ma questa è un'altra storia.

A person isn't safe anywhere these days



Second skin



Perfume garden



In shreds



Tears



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