Ascolto i Samla Mammas Manna, con i loro intermezzi circensi, e mi saltano in mente i saltimbanchi di Ingmar Bergman. A parte la comunanza geografica, nella musica dei Samla Mammas Manna è presente la stessa dicotomia tra razionale e irrazionale, tra geometria e allegro e scanzonato disordine del regista svedese.
I Samla Mammas Manna nascono nel 1965 quando Lars Hollmer adatta il pollaio della madre a studio di registrazione (non a caso battezzato 'The chicken house'). Il primo disco, omonimo, è del 1971. Il secondo, Maltid due anni dopo. Poi la partecipazione al Rock in Opposition permette ai nostri un po' di visibilità al di fuori dei patrii confini.
Nel '77 dopo aver cambiato chitarrista diventano Zamla Mammaz Manna proseguendo poi nel semianonimato fin quasi ai giorni nostri senza mai venire meno all'invito fatto agli ascoltatori tra le note di copertina di Maltid: "Remember: joy is contagious"
I Samla Mammas Manna nascono nel 1965 quando Lars Hollmer adatta il pollaio della madre a studio di registrazione (non a caso battezzato 'The chicken house'). Il primo disco, omonimo, è del 1971. Il secondo, Maltid due anni dopo. Poi la partecipazione al Rock in Opposition permette ai nostri un po' di visibilità al di fuori dei patrii confini.
Nel '77 dopo aver cambiato chitarrista diventano Zamla Mammaz Manna proseguendo poi nel semianonimato fin quasi ai giorni nostri senza mai venire meno all'invito fatto agli ascoltatori tra le note di copertina di Maltid: "Remember: joy is contagious"
Ingmar Bergman - Il volto (1958)
Samla Mammas Manna: Circus apparatha (1971)
Samla Mammas Manna: Dundrets fröjder (1973)
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