venerdì 23 dicembre 2011

Il sangue di Cristo

Se come me diffidate delle religioni ma credete sinceramente nella religiosità ecco un disco di musica sacra: "Jesus' blood never failed me yet" di Gavin Bryars. In realtà il protagonista di questa storia non è Gavin Bryars e il disco non è stato registrato tra le austere navate di una cattedrale: il musicista inglese, girando per le vie Londra con un registratore captò tra voci e schiamazzi assortiti anche la voce di un barbone che canticchiava nel tunnel della metropolitana.

"In 1971, when I lived in London, I was working with a friend, Alan Power, on a film about people living rough in the area around Elephant and Castle and Waterloo Station. In the course of being filmed, some people broke into drunken song - sometimes bits of opera, sometimes sentimental ballads - and one, who in fact did not drink, sang a religious song "Jesus' Blood Never Failed Me Yet". This was not ultimately used in the film and I was given all the unused sections of tape, including this one.
When I played it at home, I found that his singing was in tune with my piano, and I improvised a simple accompaniment. I noticed, too, that the first section of the song - 13 bars in length - formed an effective loop which repeated in a slightly unpredictable way. I took the tape loop to Leicester, where I was working in the Fine Art Department, and copied the loop onto a continuous reel of tape, thinking about perhaps adding an orchestrated accompaniment to this. The door of the recording room opened on to one of the large painting studios and I left the tape copying, with the door open, while I went to have a cup of coffee. When I came back I found the normally lively room unnaturally subdued. People were moving about much more slowly than usual and a few were sitting alone, quietly weeping".
L'idea fu quella di reiterare quell'unica frase accompagnondala con un crescendo di strumenti. Nacque così questo pezzo eseguito la prima volta nel 1972 e messo su disco per l'etichetta di Brian Eno nel 1975.
Poi nel 1993 Gavin Bryars ricevette una telefonata di Tom Waits che cercava quel vinile ormai introvabile. Quella strana richiesta fu la scintilla che portò alla registrazione ex novo dell'album stavolta esteso a 74 minuti con l'accompagnamento finale dello stesso cantante americano diventato disco dopo disco il nume tutelare di tutti i barboni e di tutti gli ubriaconi della Terra.



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