mercoledì 22 febbraio 2012

Lo strappacuore

"Sono solo due le cose che contano: l'amore, in tutte le sue forme, con belle ragazze, e la musica di New Orleans e di Duke Ellington. Tutto il resto è da buttar via, perché è brutto..."
(Boris Vian, dalla prefazione a 'L'Écume des Jours')

Nel primo dopoguerra l'emittente radiofonica newyorkese WNEW trasmise per 48 puntate il programma 'Jazz in Paris' curato dallo scrittore e poeta francese Boris Vian. L'intento era quello di presentare al pubblico americano il jazz francese: arrivarono anche così alle orecchie d'oltreoceano le note di Django Reinhardt, Stephane Grappelli, Claude Luter. Peccato che nessuna registrazione si sia salvata ma fortunatamente rimangono i testi preparati da Vian per le trasmissioni. Ma lo stesso inesauribile Vian oltre che critico musicale fu lui stesso musicista e paroliere, surreale e antimilitarista.

Boris Vian: La java des bombes atomiques

Mio zio, che amava far da sè, faceva bombe atomiche da dilettante e senza aver studiato mai raggiunse più di un risultato rilevante. Passava tutto il giorno chiuso in un laboratorio a fare esperimenti. La sera ci chiamava a sè e a noi, tutti contenti, raccontava che... "Se per fare la bomba A non c'è difficoltà, se non elementare. Ed anche col detonatore bastan poche ore a farlo funzionare. Invece con la bomba H c'è un problema pratico che mi tormenta: che quella di mia produzione c'ha un raggio d'azione di tre metri e trenta! E' un difetto a cui però presto io rimedierò". Ed ha passato molte ore a rimediar l'errore nella sua officina, pranzando insieme a noi sbobbava in un sol colpo la sua zuppa di gallina. Da come è diventato rosso si capì che un osso gli era andato storto. Accadde proprio un martedì che lo zio mezzo morto ci gridò così: "Più io divento vecchio più mi accorgo che il cervello scema ad ogni mese. Per dir le cose come stanno, non è più un cervello ma una maionese. Per anni cerco di aumentare la portata della bomba mia diletta, non mi sono reso conto che quello che conta è solo dove la si getta! Se qualcosa ancor non va, presto si rimedierà." I gran capi di Stato per veder la bomba gli hanno chiesto udienza in fretta, lo zio li ha ricevuti tutti e chiesto scusa se la camera era stretta. Ma quando sono entrati lui li ha chiusi dentro, poi gli detto "State buoni!" La bomba esplose così fu che di 'sti capoccioni non ce n'eran più! Lo zio, davanti al risultato, non perse la testa e fece il finto tonto. Lo misero davanti al giudice perchè dell'atto lui rendesse conto. "Signori è stata una sciagura ma non ho paura a dirvi chiaro e tondo che distruggendo 'sti bastardi, anche se un po' tardi, ho salvato il mondo!" Si fu incerti per un po', e lo si condannò e poi lo si graziò. E il paese che gradì lo fece capo del governo lì per lì.

Luigi Tenco: Padroni della terra (traduzione de 'Le déserteur')



Vittorio Gassman: Io non vorrei crepare (traduzione di 'Je voudrai pas crever')



Django & Hot Club de France: J'attendrai


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