Sono rimasto di stucco quando stamattina ho scoperto che sono già passato dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber. E non perché vuol dire che inesorabilmente invecchio ma perché la sua musica, i suoi monologhi, la sua poetica, il suo pessimismo, la sua spietata analisi della società che ci circonda è talmente lucida e viva da renderlo ancora ben presente oggi come ieri o come dieci o vent'anni fa.
Il signor G
Lo shampoo
Qualcuno era comunista
L'equazione
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