Quando alla sua morte aprirono finalmente quella sua stanza tenuta sempre chiusa a chiave di quel piccolo appartamento di due camere chiamato scherzosamente 'l'armadio' trovarono solo un gran numero di ombrelli. Fu l'ultima stravaganza del grande musicista di Honfleur Erik Satie. Era il 1925.
Soltanto l'anno prima aveva partecipato al film dadaista di Renè Clair 'L'entracte' dove in compagnia di Francis Picabia carica un cannone contro Parigi mentre Marcel Duchamp e Man Ray giocano a scacchi. Il senso di tutto ciò? Liberare i sensi.
Erik Satie: Gymnopedies (1888)
René Clair: Entr'acte (1924)
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