martedì 30 ottobre 2012

Lascia spazio alla luce


Si intitola: Leyfou Ljosinu – letteralmente “Lascia spazio alla luce” – l’ultimo disco della violoncellista islandese Hildur Guðnadóttir e l’ultimo, in ordine di tempo, a far breccia in questo durissimo cuore dalle orecchie sempre più dispotiche.
Siamo in territori molto più lontani ed artici rispetto alle sue più famose connazionali come Bjork o Emiliana Torrini (chi se la ricorda la figlia del pizzaiuolo autrice della delicata “Sunny road?).
Uscito per l’etichetta Touch, la stessa del genio austriaco Christian Fennesz, la registrazione è frutto di una performance di quaranta minuti tenutasi al Centro di Ricerca Musicale dell’Università di New York in cui voce e violoncello vengono manipolati elettronicamente in un continuo sovrapporsi di onde sonore, quelle stesse frange di interferenza fotografate in copertina, creando un paesaggio di aurore boreali e vulcani appena sopiti, di geyser che sembrano rimandare continuamente il momento in cui libereranno i loro impetuosi sbuffi di vapore.
Lascia spazio alla luce: un lungo viaggio verso quei i cancelli dell’alba che un ben altro pifferaio aprì molti anni fa. Il mio disco preferito di questo 2012 che s’appresta a chiudere i battenti.


Nessun commento: